Amatrice … dicono ridente
paesino di montagna arroccato tra il Lazio e l'Abruzzo , fantastico
per le gite estive , sconsigliatissimo per l'inverno . Da qui deriva
il nome e la ricetta di questo piatto famoso oramai in tutto il mondo
e non solo più sotto il Colosseo a Roma .
Ad essere proprio precisi e
pignoli sarebbe più corretto proporlo con i bucatini ...ma non amo
molto questo formato di pasta ed ho variato con delle belle pennette
, ma credetemi se vi dico che secondo me la morte sua sono dei bei
rigatoni ...anche quelli “de Roma” .
In origine pare che questo
sughetto venisse preparato in bianco ..una sorta di “gricia”
romano che altro non è che una amatriciana in bianco senza pomodoro
...poi venne aggiunto appunto quest'ultimo per creare la ricetta
classica .
Allora ..c'è chi dice che bisogna
partire con un fondo di scalogno o cipolla a seconda dei gusti ...chi
invece assolutamente dice che non va aggiunto nessun tipo di aroma al
guanciale ...eh si ..perché di guanciale si parla e non della
pancetta come in tanti siamo soliti credere .
E' più o meno lo stesso tipo di
salume , solo che è ricavato appunto dalla guancia del maiale e non
dalla pancia .
In una padella , senza aggiungere
grassi si fa sudare il guanciale fino a renderlo bello croccante ,
poi si sfuma con vino bianco per far asciugare un po il grasso in
eccesso .
Poi si aggiunge il pomodoro che
andrà aggiustato di sale , pepe nero e peperoncino .
Quando la pasta è cotta si cola
dentro la padella con una piccola quantità di acqua di cottura e la
si fa saltare per qualche minuto aggiungendo una generosa spolverata
di pecorino romano .
Deve venire fuori una sorta di
cremina rossa fantastica , grazie al pecorino , che abbraccerà la
pasta insaporendola ai massimi livelli .
La riprova come una pasta semplice
e classica possa essere di gran gusto e dare grandi soddisfazioni .
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